Il portuale (seconda parte)

La serata trascorre lieta nella magica atmosfera del Drive In: a poco a poco si vanno formando capannelli di macchine posteggiate a cinque millimetri una dall'altra, dove prendono vita accese discussioni da un finestrino all'altro. Alcuni esemplari spalancano portiere e portelloni dell'auto, per poi attivare il diabolico impianto Hi-Fi da mille megatoni che mette a dura prova la struttura stessa della carrozzeria: e nell'aria si diffondono potenti le note di recenti successi come "Born to be Alive", spesso intercalate da rutti altrettanto potenti. C'è chi si dirige a fare scorte alimentari dai due fornitori ufficiali di luverie, Pippo e Noccioletto, e chi approfitta della relativa tranquillità della zona "Pizzeria OK" per collaudare il proprio repertorio di limoni e palpate. Lentamente l'asfalto si copre di quintali di bucce di lupini e relativi cartocci, mentre decine di bottiglie vuote di Ceres troneggiano nei ridotti spazi rimasti tra una macchina e l'altra. L'Homo Ceres pratica anche uno sport tutto particolare, del quale vengono organizzati tornei e campionati regolari: si tratta del lancio della bottiglia vuota nel giardino del minigolf, disciplina che verrà inserita a furor di popolo nel programma delle prossime Olimpiadi. A un certo punto della serata un'atmosfera pesante incombe sul Drive In e sui suoi frequentatori: gli stereo si spengono, le risa si soffocano in gola e in religioso silenzio tutti si voltano verso il luogo di provenienza di un rombo potente ed evocativo; il rombo si fa più forte, e all'altezza del Delphinarium si staglia l'epica sagoma di una 127 Sport nera come la notte. È arrivato Lui, sua Maestà Il Gran Tamarro Reale Lupino II, insignito del Sacro Ordine della Brustolina e della Gran Croce della Ceres Scura: è il piu grande, è un esempio e una guida per tutti i portuali, che al suo passaggio trattengono a stento moti di invidia mista ad ammirazione. Nessuno conosce il suo volto, celato dai neri vetri del bolide, nessuno gli ha mai rivolto la parola, ma corre voce che la potenza del suo stereo sia tale da garantire anche la propulsione del veicolo.

I led anteriori modello Supercar, i sei fendinebbia, la coda di procione appesa all'antenna, le gomme prese a prestito dalla formula 1, gli alettoni spropositati... tanti particolari che pongono il Gran Tamarro infinitamente al di sopra dei suoi sudditi; i quali, poveretti, devono consolarsi con la squallida pochezza delle alettine sul tergicristallo posteriore. Subito dopo il passaggio di Sua Maestà riprende la normale vita del Drive In, e con ancora negli occhi la mirifica visione i più anziani raccontano ai giovani la leggenda del tamarro dei Tamarri Lupino I, che nei tempi antichi compiva senza sforzo 158 giri del piazzale a bordo di una incredibile Fiat 132 nero opaco. A un certo punto, un altro familiare rumore turba la pace dei portuali: dalla zona Minigolf, in un'apoteosi di "tlak... ta tlak" si erge minacciosa una selva di antenne dalla smisurata lunghezza: sono arrivati i portuali dotati di C.B. (appartenenti alla sottospecie Homo Antennatus) che hanno piazzato le loro mega antenne a calamita sul tetto delle vetture per dar vita ad un'orgia di break, messaggi e chiamate. È proprio l'Homo Antennatus il principale protagonista della prossima puntata, che chiuderà la trilogia del Drive In. E un'ampia sezione vi svelerà tutto quello che avreste voluto sapere su Pippo, il re della Luveria, anni passati sfidando freddo e intemperie per la giusta causa del Lupino.


Dr. Danny Irreparabili.