Vi è mai capitato di vedere, persa nella nebbia di una mattina
d'inverno, una figura atletica fare footing sul lungomare? O di essere
a tutto gas con la vostra Panda sulla Circonvallazione e vedervi superare
ignominiosamente da una sibilante mountain bike? Se la risposta è
sì, avete già fatto conoscenza col protagonista della nostra
puntata: lo sportivo (Homo Enervit).
Per studiarlo con più tranquillità è bene recarsi
nel luogo dove il Nostro svolge attività più statiche:
in qualsiasi buona palestra di Body Building, tra frotte di ruffi
sghignazzanti, potrete facilmente trovare uno o più rappresentanti
della specie in esame. Immersi tra quantità industriali di bilancieri
e manubri, li sentirete accompagnare ogni movimento con urla belluine di
dolore e/o autoincitamento; il loro personalissimo look verte sui capelli
estremamente corti, stile marines, e su stranissime tute dalle marche
extraterrestri che fasciano i muscoli gonfi e guizzanti. Innumerevoli
sono poi i particolari di contorno che completano la mise del palestricolo:
diffusissima è la rosa tatuata sulla spalla sinistra, quasi canonico
è il cronometro digitale da collo, indispensabili i guanti da
allenamento e la grossa cintura in pelle. Sono talvolta presenti sintomi
di uso di steroidi: dalla mascella squadrata alla schiena coperta di
brufoli, dallo sguardo appannato alla scarsa... trattabilità;
va detto però che i body builders anabolizzati costituiscono
una minoranza, almeno se raffrontati a quelli che si accontentano dei
famigerati integratori. A differenza dei comuni esseri umani, l'Homo
Enervit trae le risorse alimentari non dal cibo, ma da una miriade di
capsule, capsuline, pastiglie e polveri solubili che il Nostro assume
con precisione svizzera.
Ecco un esempio-tipo di dieta giornaliera.
Mattino: dopo i dodici chilometri di footing quotidiani, tre cucchiai
di proteine in polvere, una barretta di muesli energetico, due bicchieri
di Gatorade. Mezzogiorno: quattro capsule di carnitene, una di clorofilla,
tre di ornitina, e poi via per quattrocento chilometri di bicicletta.
Sera: dopo le due ore canoniche di palestra, aminoacidi ramificati,
maltodestrine, fegato essiccato, pappa reale e olio di germe di grano.
Ovviamente si va a letto presto, evitando impegni extrasportivi per
essere pronti ad affrontare la dura giornata seguente; sono tassativamente
vietati fumo, alcool, dolci, stress e sesso. È mirabile l'autodisciplina
che questi individui riescono ad imporsi, giungendo a dormire su scomodi ma
sani pagliericci, incatenandosi per evitare ogni possibile tentazione di
autoerotismo: per ogni mancanza (o eccesso) lo sportivo provvede ad
autopunirsi con la fustigazione, nei casi più gravi, indossando
il cilicio sotto la tuta.
Gli unici momenti di esaltazione consentita sono l'osservazione delle
riviste specializzate e la visione dei film di Schwarzenegger, autentico
idolo della specie. Curioso è il modo di deambulare degli esemplari di questo
gruppo umano; la posizione delle braccia è allargata, per via dell'ingombrante
presenza dei dorsali; le gambe sono divaricate per lo sfregare tra loro dei
muscoli adduttori, mentre la testa ha scarse possibilità di movimento per la
presenza di trapezi supersviluppati. I grossi bicipiti rendono inutilizzabili
le normali camicie, mentre i quadricipiti e i femorali ipertrofici straccerebbero
qualsiasi comune pantalone: nasce così la peculiare particolarità dell'Homo
Enervit di usare sempre la tuta, diventando una spassosa caricatura qualora
sia costretto ad incravattarsi.
Dr. Danny Irreparabili.