Lo sportivo (prima parte)

Vi è mai capitato di vedere, persa nella nebbia di una mattina d'inverno, una figura atletica fare footing sul lungomare? O di essere a tutto gas con la vostra Panda sulla Circonvallazione e vedervi superare ignominiosamente da una sibilante mountain bike? Se la risposta è sì, avete già fatto conoscenza col protagonista della nostra puntata: lo sportivo (Homo Enervit).

Per studiarlo con più tranquillità è bene recarsi nel luogo dove il Nostro svolge attività più statiche: in qualsiasi buona palestra di Body Building, tra frotte di ruffi sghignazzanti, potrete facilmente trovare uno o più rappresentanti della specie in esame. Immersi tra quantità industriali di bilancieri e manubri, li sentirete accompagnare ogni movimento con urla belluine di dolore e/o autoincitamento; il loro personalissimo look verte sui capelli estremamente corti, stile marines, e su stranissime tute dalle marche extraterrestri che fasciano i muscoli gonfi e guizzanti. Innumerevoli sono poi i particolari di contorno che completano la mise del palestricolo: diffusissima è la rosa tatuata sulla spalla sinistra, quasi canonico è il cronometro digitale da collo, indispensabili i guanti da allenamento e la grossa cintura in pelle. Sono talvolta presenti sintomi di uso di steroidi: dalla mascella squadrata alla schiena coperta di brufoli, dallo sguardo appannato alla scarsa... trattabilità; va detto però che i body builders anabolizzati costituiscono una minoranza, almeno se raffrontati a quelli che si accontentano dei famigerati integratori. A differenza dei comuni esseri umani, l'Homo Enervit trae le risorse alimentari non dal cibo, ma da una miriade di capsule, capsuline, pastiglie e polveri solubili che il Nostro assume con precisione svizzera.

Ecco un esempio-tipo di dieta giornaliera.

Mattino: dopo i dodici chilometri di footing quotidiani, tre cucchiai di proteine in polvere, una barretta di muesli energetico, due bicchieri di Gatorade. Mezzogiorno: quattro capsule di carnitene, una di clorofilla, tre di ornitina, e poi via per quattrocento chilometri di bicicletta. Sera: dopo le due ore canoniche di palestra, aminoacidi ramificati, maltodestrine, fegato essiccato, pappa reale e olio di germe di grano. Ovviamente si va a letto presto, evitando impegni extrasportivi per essere pronti ad affrontare la dura giornata seguente; sono tassativamente vietati fumo, alcool, dolci, stress e sesso. È mirabile l'autodisciplina che questi individui riescono ad imporsi, giungendo a dormire su scomodi ma sani pagliericci, incatenandosi per evitare ogni possibile tentazione di autoerotismo: per ogni mancanza (o eccesso) lo sportivo provvede ad autopunirsi con la fustigazione, nei casi più gravi, indossando il cilicio sotto la tuta.

Gli unici momenti di esaltazione consentita sono l'osservazione delle riviste specializzate e la visione dei film di Schwarzenegger, autentico idolo della specie. Curioso è il modo di deambulare degli esemplari di questo gruppo umano; la posizione delle braccia è allargata, per via dell'ingombrante presenza dei dorsali; le gambe sono divaricate per lo sfregare tra loro dei muscoli adduttori, mentre la testa ha scarse possibilità di movimento per la presenza di trapezi supersviluppati. I grossi bicipiti rendono inutilizzabili le normali camicie, mentre i quadricipiti e i femorali ipertrofici straccerebbero qualsiasi comune pantalone: nasce così la peculiare particolarità dell'Homo Enervit di usare sempre la tuta, diventando una spassosa caricatura qualora sia costretto ad incravattarsi.


Dr. Danny Irreparabili.