Quale mezzo di locomozione è più semplice, spartano
e genuino della bicicletta? Dai primi velocipedi alle gloriose bici
dei bersaglieri, dal tandem alla Graziella, questo simpatico veicolo
ha sempre simboleggiato la sobrietà e la sana, ecologica indigenza.
Tutto ciò, almeno, fino alla comparsa di un singolare bipede:
il ciclista (Homo Shimano Campagnolo). Riconoscibile dai numerosi sponsor
tatuati sulla pelle, il Nostro usa avvilupparsi in aderenti tute fluorescenti;
il cuoio capelluto è sostituito da un curioso caschetto in polistirolo,
in perfetto abbinamento con strani occhiali dai colorati riflessi.
Il Ciclista discende direttamente dai mostri mitologici cari alle letterature
classiche: il papà del nostro era il Centauro, metà uomo e
metà cavallo, mentre la mamma era una Sirena, metà donna e
metà pesce. Da un simile, impressionante accoppiamento non poteva
nascere che un altro mostruoso essere, metà uomo e metà
bicicletta. Con l'evoluzione naturale e il perfezionamento tecnologico,
quella che era la più semplice delle macchine si è via via
trasformata in una stazione spaziale: il caro, vecchio ferro ha lasciato
il posto a costosissime leghe aeronautiche, e la gomma è stata
sostituita da sofisticate miscele di tecnopolimeri e kevlar. La fibra
di carbonio e il titanio hanno permesso di costruire gioielli in grado
di rientrare agevolmente nell'atmosfera terrestre senza disintegrarsi:
trattandosi di biciclette la cosa sembra però quanto meno inutile.
L'unica cosa sensata è, fuori di dubbio, il formidabile introito
delle case costruttrici: una di queste superbiciclette costa intorno ai
cinque milioni, ed è allo studio una top bike esoterica in avorio
con accessori in ebano, per la modica spesa di ventotto milioni. Un altro
componente principe dell'evoluzione, croce e delizia dei Ciclisti, è
il cambio: dai primordiali dispositivi a bestemmia si è giunti agli
attuali sistemi a centodieci rapporti, con guida laser e hard disk per il
salvataggio delle regolazioni. Non si può poi dimenticare il cronometro
multifunzione, che informa il "pilota" su tutti i dati di bordo; dai
più banali - velocità, chilometri percorsi - ai più complessi: quota,
angolo di tangenza, velocità di stallo e grado di cottura della cena
nel microonde della moglie.
Ovviamente questi tesori su due ruote sono ben di rado utilizzati in situazioni
sporchevoli: abitualmente campeggiano sui tetti delle auto o all'interno di
immacolati furgoni, e i pochi esemplari che la usano su strada hanno pochissimo
tempo per pedalare, presi come sono dalla programmazione del computer di bordo
e dalla scelta del rapporto in tempo reale.
Stanco di tutte queste complicazioni, l'Homo Shimano abbandona spesso la sua
cavalcatura per assumere la posizione eretta: si trasforma così in
podista o jogger, altro singolare soggetto che andremo ad esaminare
nella prossima puntata.
Dr. Danny Irreparabili.