Il bagnino

Carissimi amici irreparabili, eccoci a festeggiare l'arrivo di una nuova, caldissima estate: gioia dei bambini, sollievo dei grandi, la bella stagione è anche una fucina di spunti interessantissimi per chi, come me, si occupa di antropologia e fenomeni naturali. A Rimini, d'Estate, i vari gruppi umani che abbiamo finora esaminato subiscono una sorta di livellamento: è vero, il Ruffo si ostina a scendere in spiaggia col 4x4, il Portuale usa l'ombrellone come antenna CB, il culturista si allena sollevando la Fraulein della brandina accanto... Ma, a conti fatti, la comune nudità rende tutti uguali. Ecco allora che entra in scena prepotentemente un personaggio nuovo, sconosciuto: è il bagnino (Homo Balnearis), gran Maestro di cerimonia della grande festa estiva, eccelso coreografo di teorie di ombrelloni, sublime accordatore di brandine e sdrai. A onor del vero, il bagnino fa qualche fugace apparizione invernale in bar e osterie, ma solo per lamentarsi degli scarsi incassi dell'anno precedente (accomunato in questo al non meno noto Homo Garnì Meublè o Albergatore). Poi, in primavera, è facile imbattersi in lui mentre, con l'Ape stracarico di brandine, compie innumerevoli spole tra la casa e la spiaggia. Infine, il levarsi della prima, trionfale bandiera rossa dà il segnale: la grande kermesse è cominciata, da ora il bagnino è padrone assoluto delle vostre epidermidi.

Il bagnino-tipo, il più rappresentativo, è quello che trent'anni fa ha abbandonato Villa Verucchio per cercare miglior fortuna sull'arenile di Rimini. È lui che, sempre in quell'epoca, ha scelto il nome per lo stabilimento balneare: dal mitologico Tritone al giocoso Arcobaleno, dall'esotico Bagno Oasi al culinario Bagno Maria. Nessuno, come lui, sa portare costantemente la canottiera con la leggendaria scritta Bademeister senza rimediare la triste abbronzatura da muratore; e sfido chiunque a camminare senza batter ciglio sulla sabbia rovente delle due del pomeriggio. Là, dove i comuni mortali arrancano faticosamente tra le mille piccole dune della spiaggia, Lui vola agile portando con sé anche dodici brandine. E a proposito di brandine, avete mai notato con quale facilità le apra, quando a noi la stessa operazione costa litri di sudore e grosse quantità di dita acciaccate?

La chiusura di un ombrellone, per chi non appartenga alla fortunata specie Balnearis, equivale alla prigionia all'interno dello stesso, così come la manovra del carrello comporta l'inevitabile uscita di pedana con il tragico ribaltamento delle brandine trasportate. Quella del bagnino è veramente una razza superiore, e la conferma di ciò si può avere entrando nel prodigioso "cabinotto", quartier generale e dimora estiva del Nostro: fuori, semplici cubi di cemento prefabbricato; dentro, trentadue stanze con biliardo, idromassaggio, campo da squash e ascensore. E dopo le fatiche della giornata, il prode Balnearis non si concede neanche un breve riposo serale: tra cene in spiaggia e cocomerate, festicciole e ricevimenti, il Nostro conferma di essere l'unico, grande, vero mito dell'Estate.


Dr. Danny Irreparabili.