Danny Irreparabili

Passi dovergli fare la spesa tutti i giorni, passi preparargli il pesto alla genovese che a lui piace tanto, passi anche temperargli le matite e rimboccargli le coperte... ma arrivare a dover scrivere la sua biografia questo proprio no! Scusate lo sfogo e permettete che mi presenti: il mio nome è Massimo Riserbo, e da anni ho la sfortuna di essere assistente, collaboratore e colf del dottor Danny Irreparabili. Qualcuno, approfittando della momentanea assenza del Maestro, mi ha interpellato cortesemente richiedendomi un profilo del suddetto. Purtroppo quello che vi posso rivelare del Sommo sarà sicuramente al di sotto delle vostre aspettative: che ci crediate o no, nessuno ha mai visto il suo volto, nemmeno io. Di lui non esistono fotografie, e quando riceve visite si fa trovare di spalle, immerso in una monumentale poltrona Luigi XIV. Vi posso dire che il suo nome completo è Danilo Ripa di Meana Rasmussen Caruso Levi Irreparabili, abbreviato solo per risparmiare inchiostro quando firma i suoi articoli. Tra i suoi vezzi c'è quello di farsi chiamare "Eminenza" oppure "Santità", facendo accomodare amici e visitatori su comodi inginocchiatoi d'ebano. Autentico genio e talento naturale in svariate arti applicate, il nostro dottore suonò per moltissimo tempo al Conservatorio Santa Cecilia di Roma: poiché nessuno gli aprì il portone se ne andò sconsolato, decretando che Euterpe era senz'altro la più stupida di tutte le Muse. Subito dopo la laurea, ottenuta meschinamente con quantità industriali di prosciutti e insaccati vari, Danny ottenne due cattedre all'Università "La Sapienza": le tenne pochissimo, perché si accorse che erano piene di tarli e i rigattieri della zona non le avrebbero valutate più di sessantamila lire.

La vasta produzione letteraria del Vate prese le mosse da un racconto breve pubblicato su quasi tutti i periodici del Paese: il titolo era "A.A.A." e il testo recitava: "Cercasi ragazza bella presenza no scrupoli hobby films contattare fermoposta". L'essenza di questo nuovo stile letterario, definito dallo stesso Autore "Neofuturismo utilitario", fu ripresa qualche anno dopo nel libro "Ho un dialogo per capello", ottocentododici pagine rilegate in vezzosa ghisa sferoidale: il consenso dei critici fu unanime, anche perché l'opera, lungi dall'essere letta, poteva benissimo essere utilizzata come incudine, comodino o supporto per ombrelloni. Dopo questo exploit letterario, che valse a Danny fior di premi quali il "Falck" e l'ambito "Oto Melara", il genio si ripropose come pittore dando prova di grande versatilità. Tra le sue opere fondamentali ricordiamo "Amnesia" (tela completamente bianca, 1982), "Nudo di Donna" (olio su tela, incompleto per fuga della modella, 1983), ed il leggendario affresco "Tauromachia" (Sala principale del Macello di Rimini, 1984). Attratto dalla corrente artistica denominata Body Art, Irreparabili iniziò nel 1985 la produzione dei fortunati "Tatuaggi coatti", decorazioni corporee eseguite su soggetti non consenzienti, previo trattamento con cloroformio. L'ultima opera della serie, "Natura morta sulla schiena di un boxeur" causò la fine prematura delle ambizioni pittoriche del Nostro, insieme alla frattura scomposta di diverse ossa. Costretto ad una forzata inattività, Danny iniziò a coltivare l'hobby che sarebbe poi diventato la sua professione attuale: l'osservazione e lo studio delle più svariate forme di vita.

Iniziò, come tutti, con insetti, pesci e uccelli, ma si accorse presto che i grandi Primati gli avrebbero offerto motivi di interesse maggiori, per via della loro complessa struttura sociale. Decise così di studiare il comportamento dei gorilla andini durante la stagione degli amori e, per avvicinarsi il più possibile al gruppo, ebbe la sfortunata idea di travestirsi da gorillessa; dopo aver subìto gli assalti di una ventina di grossi maschi, tornò al campo base col fermo proposito di studiare, da quel momento in poi, solo gli esseri umani. Questa decisione, per certi versi originale e scientificamente apprezzabile, ebbe conseguenze disastrose sulla vita privata del grande scienziato: ogni volta che si trovava in intimità con una donna, egli insisteva per poterla misurare, fotografare e catalogare, rimediando quantità industriali di ceffoni e una reputazione non proprio cristallina. Dopo queste figuracce, Irreparabili si ritirò nel suo laboratorio, stando bene attento a non farsi vedere in giro, iniziando un tipo di osservazione più subdolo e acuto che ha fruttato gli articoli finora apparsi su "Chiamami Città". Cari lettori, attenti : se in autobus o al ristorante vedete un signore distinto che disegna e prende appunti, potreste essere vittime del dottor Danny Irreparabili, e vedere il vostro bel faccione ritratto sulle pagine di questo giornale!


Sconsolatamente Vostro,
Massimo Riserbo