La discoteca (seconda parte) - Il buttafuori

È giunto il momento, cari amici, di mettere da parte le dissertazioni teoriche sulla discoteca e passare alla fase operativa: Massimo Riserbo ed io, memori dei tempi in cui il divertimento supremo consisteva nel ballare lo shake alla Locanda del Lupo, ci siamo presentati all'ingresso di una delle discoteche più in voga alle venti e quarantacinque. Ma si sa, le mode cambiano, e adesso non è affatto trend recarsi a ballare prima della mezzanotte: tanto prima dell'una la musica non comincia, prima delle due i baristi non hanno voglia di lavorare e prima delle tre il disc-jockey non si riscalda. Non per niente sono nati i Rave Parties, dove si balla dalle sei a mezzogiorno: roba da intenditori di cui parleremo in seguito. Dopo un'estenuante attesa, i primi segni di vita: i posteggiatori innanzitutto, personaggi dal ridottissimo vocabolario: "Avanti c'è posto", "Accosti di più" e "Sono cinquemila lire". Armati di pile potentissime, sono avvezzi a puntarle negli occhi degli sfortunati di turno anziché sui crepacci di certi dissestati parcheggi.

Grande preoccupazione desta poi la dicitura sul talloncino che il parcheggiatore vi consegna: "Gli addetti non rispondono di furti o danni provocati alla vettura". La qual cosa fa un po' dubitare dell'effettiva utilità di questi signori. Superato lo shock iniziale, è intuitivo poi dirigersi verso l'ingresso del locale; ed è qui che facciamo la conoscenza del vero protagonista di questo articolo: è il buttafuori (Homo Security), facilmente riconoscibile dalla stazza e dai fili che pendono dalle orecchie. Un esemplare è di solito adibito allo sfoltimento della fila all'ingresso, così da non sovraccaricare il guardaroba e la cassa: specializzato nella sistematica divisione delle coppie, è anche preposto al controllo delle cosiddette "liste". Ovvero gruppi raccomandati che scavalcano con nonchalance la mandria della gente comune, guardandola dall'alto in basso.

È interessante notare come l'aspetto del buttafuori cambi a seconda dell'habitat in cui si trova: nelle discoteche per ruffi, o Ruffoteche, dove l'evento più eclatante è costituito dallo smarrimento di un telefonino, l'Homo Security lavora in giacca e cravatta e trova anche tempo per intortare le ballerine. Nelle discoteche più movimentate è facile trovare buttafuori in perfetto stile Full Metal Jacket, con tenute mimetiche, torce sfollagente e marsupi tattici di sopravvivenza. La vezzosa maglietta aderente, decorata dall'evocativa scritta SECURITY, mette in risalto ora guizzanti muscoli, ora pance scandalose; posti di vedetta nei punti strategici del locale, i nostri scrutano nell'oscurità alla ricerca di una rissa da sedare o di una pasticca da sequestrare. Quando lo sguardo si fa torvo, una mano corre a premere l'auricolare e l'altra a portare il microfono alla bocca... è il segnale! Qualcosa sta accadendo, la gente si volta verso il luogo di provenienza del fattaccio e il cuore delle ragazze palpita come impazzito dinanzi a tanta audacia. I buttafuori lo sanno, e spesso improvvisano queste scenette ad arte, tornando poi al proprio posto con l'aria soddisfatta di chi ha compiuto il proprio dovere. A questo punto temo davvero di dovervi lasciare: un nerboruto homo security mi ha appena preso per il colletto e sembra avere intenzioni tutt'altro che pacifiche: forse ha scambiato il mio Optalidon per Extasy, oppure non ha gradito il fatto che gli abbia rigettato addosso il pessimo Negroni appena bevuto.

Fratture e contusioni permettendo, ci rivedremo tra due settimane per parlare di altre categorie fondamentali nello scenario della discoteca: ci occuperemo di cassiere, guardarobiere e soprattutto baristi. Specie, quest'ultima, nota col nome scientifico Homo Alexander Bloodimeri, che ha in pugno la riuscita delle vostre serate: può esaltarvi con ottimi cocktails, oppure farvi venire il mal di pancia per una settimana come è successo al sottoscritto.


Dr. Danny Irreparabili.