È giunto il momento, cari amici, di mettere da parte le dissertazioni
teoriche sulla discoteca e passare alla fase operativa: Massimo Riserbo
ed io, memori dei tempi in cui il divertimento supremo consisteva nel
ballare lo shake alla Locanda del Lupo, ci siamo presentati all'ingresso
di una delle discoteche più in voga alle venti e quarantacinque.
Ma si sa, le mode cambiano, e adesso non è affatto trend recarsi
a ballare prima della mezzanotte: tanto prima dell'una la musica non
comincia, prima delle due i baristi non hanno voglia di lavorare e
prima delle tre il disc-jockey non si riscalda. Non per niente sono
nati i Rave Parties, dove si balla dalle sei a mezzogiorno: roba da
intenditori di cui parleremo in seguito. Dopo un'estenuante attesa,
i primi segni di vita: i posteggiatori innanzitutto, personaggi dal
ridottissimo vocabolario: "Avanti c'è posto", "Accosti di più" e
"Sono cinquemila lire". Armati di pile potentissime, sono avvezzi
a puntarle negli occhi degli sfortunati di turno anziché sui crepacci
di certi dissestati parcheggi.
Grande preoccupazione desta poi la dicitura sul talloncino che il
parcheggiatore vi consegna: "Gli addetti non rispondono di furti
o danni provocati alla vettura". La qual cosa fa un po' dubitare
dell'effettiva utilità di questi signori. Superato lo shock
iniziale, è intuitivo poi dirigersi verso l'ingresso del locale;
ed è qui che facciamo la conoscenza del vero protagonista di questo
articolo: è il buttafuori (Homo Security), facilmente riconoscibile
dalla stazza e dai fili che pendono dalle orecchie. Un esemplare è
di solito adibito allo sfoltimento della fila all'ingresso, così
da non sovraccaricare il guardaroba e la cassa: specializzato nella
sistematica divisione delle coppie, è anche preposto al controllo
delle cosiddette "liste". Ovvero gruppi raccomandati che
scavalcano con nonchalance la mandria della gente comune, guardandola
dall'alto in basso.
È interessante notare come l'aspetto del buttafuori cambi a seconda
dell'habitat in cui si trova: nelle discoteche per ruffi, o Ruffoteche,
dove l'evento più eclatante è costituito dallo smarrimento
di un telefonino, l'Homo Security lavora in giacca e cravatta e trova
anche tempo per intortare le ballerine. Nelle discoteche più
movimentate è facile trovare buttafuori in perfetto stile Full
Metal Jacket, con tenute mimetiche, torce sfollagente e marsupi tattici
di sopravvivenza. La vezzosa maglietta aderente, decorata dall'evocativa
scritta SECURITY, mette in risalto ora guizzanti muscoli, ora pance
scandalose; posti di vedetta nei punti strategici del locale, i nostri
scrutano nell'oscurità alla ricerca di una rissa da sedare o di
una pasticca da sequestrare. Quando lo sguardo si fa torvo, una mano
corre a premere l'auricolare e l'altra a portare il microfono alla
bocca... è il segnale! Qualcosa sta accadendo, la gente si volta
verso il luogo di provenienza del fattaccio e il cuore delle ragazze
palpita come impazzito dinanzi a tanta audacia. I buttafuori lo sanno,
e spesso improvvisano queste scenette ad arte, tornando poi al proprio
posto con l'aria soddisfatta di chi ha compiuto il proprio dovere.
A questo punto temo davvero di dovervi lasciare: un nerboruto homo
security mi ha appena preso per il colletto e sembra avere intenzioni
tutt'altro che pacifiche: forse ha scambiato il mio Optalidon per Extasy,
oppure non ha gradito il fatto che gli abbia rigettato addosso il pessimo
Negroni appena bevuto.
Fratture e contusioni permettendo, ci rivedremo tra due settimane per
parlare di altre categorie fondamentali nello scenario della discoteca:
ci occuperemo di cassiere, guardarobiere e soprattutto baristi. Specie,
quest'ultima, nota col nome scientifico Homo Alexander Bloodimeri, che
ha in pugno la riuscita delle vostre serate: può esaltarvi con
ottimi cocktails, oppure farvi venire il mal di pancia per una settimana
come è successo al sottoscritto.
Dr. Danny Irreparabili.