Tipi da spiaggia (quarta parte)

Negli ultimi anni abbiamo assistito ad un lento, progressivo, inesorabile svecchiamento generazionale della specie Homo Balnearis Abbronzatissimus (i bagnini, per intenderci). Così i rudi rappresentanti della vecchia guardia hanno lasciato il posto a figli e nipoti: idee nuove, cervelli freschi e tante energie per dare alla spiaggia un volto più giovane. Ai miei tempo erano due soltanto le alternative all'abbronzatura e al bagno: c'era il millenario gioco delle bocce, che si svolgeva in roventi aree recintate dotate di un fondo di compattissima sabbia. Parcheggiato in un angolo, l'immancabile rullo compressore a propulsione umana faceva da testimone ad epiche, interminabili partite; il mitico segnapunti della Campari completava il campo di gara, insieme a tende e parasole dalla dubbia funzionalità: le bocce venivano trasportate in romantiche secchie da muratore, pesavano dodici chili l'una e spesso erano talmente consunte da non permettere la distinzione tra le rosse e le verdi.

L'altro grande caposaldo dell'attività balneare era quel curioso metodo di tortura, in perfetto stile legione straniera, denominato sabbiatura: confidando nelle proprietà terapeutiche di quella sostanza tuttofare che è la sabbia, anziani signori col cappellino bianco ed evidenti sintomi artritici si sottoponevano di buon grado al crudele trattamento della sepoltura. Io ero piccolo, non capivo, e con una sfrontatezza tutta infantile andavo dai signori appena usciti dalla sabbiatura, impanati come cotolette, chiedendo: "Scusi, ma per morire bisogna fare prima le prove generali?". La risposta era un sonoro ceffone nella maggior parte dei casi, più raramente virili toccate agli attributi o altri espliciti gesti scaramantici.

Il rito della sabbiatura è ormai solo un lontano ricordo; i bocciodromi balneari invece sopravvivono, ma sono stati sospinti negli angoli più remoti della spiaggia dalle nuove strutture sportive. Quella che per prima ha fatto la sua apparizione, oltre 10 anni fa, è stata la rete da beach-volley: e oggi non c'è un bagno che ne sia privo, pena la perdita di quasi tutta la clientela giovanile. Normalmente il campo viene occupato alle sette del mattino da una squadra di superspecializzati che giocano senza interruzione fino al tramonto: grandi consumatori di Gatorade, questi Zorzi balneari possiedono suole di amianto incorporate nelle piante dei piedi, grazie alle quali possono giocare anche in condizioni equatoriali. Fino a poco tempo fa si pensava che il basket sarebbe stato eternamente escluso dalla spiaggia: invece l'ostacolo è stato aggirato creando ampie piattaforme di cemento, sulle quali zampettano strani figuri con evocative canottiere e scarpe anabolizzate.

A tutt'oggi quasi tutti gli sport olimpici sono riusciti a trovare posto sull'arenile: dal tennis al calcio, dalla canoa al ping-pong, dagli scacchi al pentathlon moderno. Ma poiché la feroce concorrenza tra i bagnini, ormai veri e propri manager del divertimento, è sempre più agguerrita, ecco che le idee si moltiplicano a dismisura: c'è già chi sta preparando i box per il tiro al piattello, e chi ha nel cassetto i progetti per un campo da golf a diciotto buche. La novità di quest'anno è però un'altra: è nato il beach-fitness, ovvero come fare ginnastica e abbronzarsi in un colpo solo. Alle prime, tristi, cyclettes si sono via via aggiunti vogatori, step, bilancieri e macchine di ogni tipo. Il tutto senza contare i corsi di aerobica, thai boxe e balli sudamericani grazie ai quali è diventato facilissimo morire di fatica anche quando si è in ferie.

Dal processo di rinnovamento non si sono salvati neppure i bambini: come abbiamo visto nella puntata precedente, i piccoli turisti da tempo hanno abbandonato i tradizionali giochi da spiaggia come piste e castelli. E' però ammirevole che si tenti almeno di salvarli dalla dittatura elettronica di Super Mario, mettendo a loro disposizione altalene ad alta tecnologia e dondoli virtuali. E chissà se torneranno mai le altalene a pelo d'acqua di buona memoria dove, sotto la severa tabella pubblicitaria del Cynar, nascevano gli amori e le tumefazioni più colossali della storia della Riviera Adriatica.


Dr. Danny Irreparabili.