C'è un posto che come nessun altro, in inverno, sa diventare punto
di riferimento e aggregazione per i giovani annoiati della metropoli balneare
in letargo: la palestra. L'estate ormai è solo un ricordo lontano, e allora
addio alle nuotate fino alle boe, alle scampagnate in bicicletta, alle infuocate
partite di beach volley e agli estenuanti tornei di calciobalilla: anche se fuori
fa un freddo birbone e la nebbia si taglia con la motosega, bisogna ben trovare
un sistema per tenersi in forma e migliorare il proprio aspetto fisico.
Qualcuno, credendo di fare il furbo, aggira l'ostacolo acquistando per
corrispondenza la miracolosa crema Ursus che poi si rivela efficace al
massimo come lucido da scarpe; in alternativa c'è il vibromassaggiatore
a fascia della Katia Sport, proposto in avvincenti televendite da una mulattona
in perizoma, che pur non modellando il fisico si rivela ideale per far passare
il singhiozzo e preparare ottimi cocktails shakerati alla perfezione.
A conti fatti, solo recandosi in palestra è possibile trovare
l'ambiente, l'attrezzatura e l'assistenza adatta per raggiungere il proprio
scopo: tanto più che, negli ultimi anni, il primordiale concetto di
palestra con spalliera, pertica e quadro svedese si è evoluto e
modernizzato, trasformando i tetri stanzoni grigi di scolastica memoria
nel ponte di comando dell'astronave Enterprise. L'ultimo grido in fatto
di Fitness è costituito dalle sofisticate attrezzature computerizzate,
lontane parenti delle vecchie cyclette e degli obsoleti vogatori, che
visualizzano in tempo reale il ritmo cardiaco, le calorie consumate, la
soglia aerobica, i numeri del lotto, l'oroscopo del giorno e i programmi TV.
La cosa divertente è che, collegando tra loro più macchine,
si può gareggiare con gli amici diventando protagonisti di un vero
videogame: dopo tre vittorie un bonus, dopo tre sconfitte l'eliminazione
mediante raggio laser.
Per i più tradizionalisti rimangono le vecchie, solide macchine da
body-building che, con le loro brave piastre di ghisa, permettono di ottenere
ottimi risultati anche senza essere programmatori di computer. Utilizzatore
abituale di questi marchingegni è il Culturista comune (Homo Enervit)
al quale abbiamo dedicato, in passato, un'intera puntata: narcisista quanto
basta, edonista fino al parossismo, il culturista trova il suo peggior nemico
nel Ruphus Cellularis che spesso infesta le palestre nostrane. Agghindato di
tutto punto con le magliette delle discoteche più "in" e le
scarpe più costose, il Ruffo da palestra segue un duro allenamento
basato su quattro esercizi base:
Esercizio 1: il salto della panca, necessario per raggiungere il proprio
cellulare che suona dalla parte opposta della sala, tatticamente affidato
alla custodia dell'istruttore.
Esercizio 2: l'occupazione del Leg-extension, macchina studiata in origine
per lo sviluppo delle gambe, e usata dal Ruffo come poltrona da salotto
durante interminabili discussioni con i suoi consimili.
Esercizio 3: l'intortamento, pratica fondamentale per lo sviluppo
dell'apparato palatolabiale e, in un secondo tempo, di quello urogenitale.
Infallibile strategia usata dal Ruffo in questa fase dell'allenamento è
parlare con le ragazze tenendo in mano pesi enormi che fanno molto macho;
di sollevarli non se ne parla neanche, anche perché un'inopinata
sudata sarebbe fatale per il fascino (e il fondotinta) del nostro Eroe.
Esercizio 4: l'improvvisazione di alcuni passi di danza, approfittando
della poderosa base musicale ormai imperante nella maggior parte delle
palestre. Variante: stesso esercizio, ma utilizzando una panca come cubo
improvvisato senza curarsi troppo dell'eventuale presenza su di essa di
un'altra persona. Dopo una simile fatica, e prima di una rinfrescante
doccia, il Ruphus Athleticus usa dirigersi verso un altro punto focale
della palestra: il solarium, mezzo indispensabile per mantenere il bel
colore terracotta che da sempre caratterizza la specie. Purtroppo,
seguendo il pericoloso concetto "più tempo sto nel solarium,
più divento nero" alcuni Ruffi si barricano letteralmente
nell'infernale attrezzo uscendone rosolati come spiedini e col cellulare
esploso per il calore.
Dr. Danny Irreparabili.