La Fogheraccia

La storia d'amore tra la sirena Marina e quell'idiota del mio assistente Massimo Riserbo sta assumendo i contorni della telenovela: non contenti di avermi trasformato la casa nella succursale del delfinario, i due disgraziati hanno pensato bene di ufficializzare la loro relazione invitando a casa mia le rispettive famiglie per brindare al futuro matrimonio. Alle quattro del mattino di domenica (giornata da sempre consacrata al sonno) il campanello ha cominciato a suonare senza tregua: il compito di maggiordomo spetterebbe al demente, ma siccome ormai so che lui dorme col walkman a tutto volume sintonizzato su Radio Maria, ho infilato imprecando le ciabatte di cammello e sono sceso ad aprire. "Vecchio satanasso appestato sei più brutto dell'ultima volta che ti ho visto ma vai a farti curare guarda come sei ridotto beato te che i brufoli non ti vengono perché fai schifo anche a loro e stai dritto che mi sembri Quasimodo e ti ricordi quella volta che bevuta ci siamo fatti hai vomitato anche il pancreas spugna maledetta imbevuta di alcool!"

Questo fiume di parole, insieme ad una fiatata di Grignolino del '78 ed a una pacca sulla spalla fatale per la mia scoliosi, accompagnava l'apparizione di Assoluto Riserbo, papà di Massimo nonché assaggiatore ufficiale della mia cantina e torturatore a vita dei miei testicoli. E poiché le disgrazie non vengono mai sole, da dietro la mole del vegliardo faceva capolino la scheletrica sagoma di Strettissimo Riserbo, fratello del deficiente cosmico. Il letto degli ospiti era occupato da tre quintali di alghe (che Marina mangia nella piada al posto della rucola) e ho dovuto mio malgrado mettere il mio giaciglio a disposizione dei nuovi arrivati, anche in virtù di un convincente gancio destro del vegliardo. Neanche il tempo di depositare le mie stanche ossa nell'angusta cuccia di Attila che altri ospiti si annunciavano in maniera tutt'altro che ortodossa. Inseguita da un nugolo di gatti affamati, una grassa sirena cercava di scavalcare il cancello del giardino, accompagnata da due piovre. Ancora in affanno, con un gatto saldamente attaccato alla pinna, la sirena mi ha accarezzato dicendo: "Tu devi essere Attila! che bel cagnolino che sei! Forse un po' grande per essere un Chihuahua, ma... dimmi, il tuo padrone è in casa?"
"Bau! Cioè... Buonasera... Buongiorno! Sono io, il padrone di casa! Dottor Danny Irreparabili, antropologo, sociologo, docente universitario, semiologo e campione in carica di briscola chiamata. Se il fiuto non mi inganna (accezione quanto mai adatta, visto il puzzo di granchio morto emanato dal soggetto) lei deve essere la mamma di Marina!" "Il fiuto non la inganna, giovanotto: il mio nome è Serena Sirena, e ho nuotato per settecento miglia per presenziare al fidanzamento della mia Marina. Purtroppo mio marito Egeo non è potuto venire perché soffre di reumatismi (cosa sfigatissima per uno che deve vivere sott'acqua) e una nuotata del genere non gli avrebbe certo giovato. In compenso mi hanno accompagnata questi due splendidi esemplari di piovra da guardia: Ottavio e Settimio. Settimio è facilmente riconoscibile perché - poveretto - ha perso un tentacolo in una colluttazione con Moby Dick." Avendo esaurito letti, divani, vasche da bagno e cucce, ho fatto accomodare la sirena Serena nel congelatore. Abituata alle fredde acque dell'Oceano, non avrebbe sofferto più di tanto.

Lunedì, a pranzo, sono quasi riuscito a commuovermi: dopo un lauto banchetto a base di piovra (Settimio era morto nottetempo e volevamo che partecipasse comunque alla festa), Massimo ha baciato timidamente Marina tra uno scroscio di applausi, in particolare quelli di Ottavio che con tutti quei tentacoli faceva casino per quattro. Al momento del caffè, quando tutti gli argomenti sono buoni per conversare, Strettissimo Riserbo ha pronunciato quella frase (l'unica nel corso della giornata) che mai e poi mai avrei voluto sentire: "Ma oggi è il 18 marzo! Perché non facciamo una bella fogheraccia nel giardino?" Marina e Serena, in coro: "Sì, che bello! Non ne abbiamo mai vista una! Una volta, a casa, abbiamo provato, ma Egeo diceva che a settanta metri di profondità è difficile trovare legno abbastanza secco da bruciare!" Massimo Riserbo: "Io, veramente, non ho un bel ricordo della fogheraccia: l'anno scorso ho bruciato lo scrittoio Luigi XV di Danny e lui mi ha punito portando all'Amia tutta la mia collezione di Tiramolla, Trottolino e Geppo. Però non mi dispiacerebbe rifarla: tanto, di scrittoi antichi, Danny non ne ha più!". Assoluto Riserbo: "Ah, sì, gran bello spettacolo, la fogheraccia: mi ricordo quand'ero bambino, si raccattava di tutto pur di fare il mucchio più grosso di quelli della banda rivale. A volte si facevano dei commando per andare a bruciare le fogheracce altrui, e per evitare che la nostra fosse presa di mira si organizzavano addirittura dei turni di sentinella. Era tutto bellissimo, finché un giorno è arrivato un cretino di Roma, un certo Nerone, che si vantava di essere un esperto di fogheracce e invece ha finito col fare un sacco di danni." Ottavio: "Blub", (traduzione; "E allora, cosa stiamo aspettando?"). Danny Irreparabili: "Fermi tutti. Il padrone di casa sono io e l'ultima parola spetta a me: non si fa un bel niente perché non c'è abbastanza roba da bruciare. E poi ho appena speso trecentomila lire di giardiniere per sistemare il prato, senza contare che la casa è imbiancata di fresco e la fuliggine me la rovinerebbe. Ora più che mai sarò irremovibile: ordino a tutti di togliersi dalla testa la fogheraccia e di filare a letto entro le nove di stasera. Chiaro?"

Dopo cinque minuti scarsi la masnada era già all'opera per rastrellare tutto ciò che si poteva trovare in casa di combustibile. Al centro del giardino si andava formando, sotto i miei occhi inebetiti dalla tristezza e dal cloroformio, un mucchio di preziosi manoscritti antichi, mobili di alto antiquariato, pergamene egizie, codici benedettini miniati nonché - ciò che è peggio - l'album dei calciatori al quale mancava la sola figurina di Tacchinardi della Juve. Dopo aver posto la ciliegina sulla torta - nella fattispecie la cuccia di Attila - Massimo Riserbo ha preteso l'onore di appiccare il fuoco al tutto. La festa è proseguita, chiassosa e rallegrata da una damigiana di Sangiovese, fino a mezzanotte, quando sono riuscito a risvegliarmi dal torpore, giusto in tempo per il gran finale. L'idiota cosmico, in ossequio alla tradizione che impone il beneaugurante salto della fogheraccia, dopo una goffa rincorsa è incappato in una meravigliosa, benedetta fiammata improvvisa che ha cagionato la definitiva cessazione della già precaria attività sessuale di Massimo Riserbo. Il tutto sotto lo sguardo preoccupato di Marina e quello, sereno e gongolante, del sottoscritto.


Dr. Danny Irreparabili.