La compagnia (seconda parte) - Il leader e la spalla

Nella puntata precedente abbiamo analizzato le motivazioni che spingono gli esseri umani a riunirsi in gruppi o compagnie; abbiamo anche esaminato le tre diverse tipologie di aggregazione che vado sinteticamente a riepilogare:
A) La compagnia coatta trae origine da condizioni di vita imposte (lavoro, scuola, servizio militare, ecc.) ed ha un interesse scientifico relativamente scarso, in quanto chi ne fa parte spesso ne farebbe volentieri a meno.
B) La compagnia passionale, al contrario, riunisce individui nel nome di un interesse comune: è il caso dei cacciatori, dei ciclisti, dei redattori di quattordicinali e di una miriade di altri esempi. Il grosso limite di questi gruppi è costituito dalla scarsità di argomenti di conversazione: passare giornate intere a parlare del nuovo sovrapposto della Franchi o dell'ultimo cambio in lega aeronautica della Shimano può essere eccitante per un appassionato, ma limita drasticamente i rapporti umani; so di un gruppo di pescatori che si è sciolto dopo avere esaurito - enciclopedia della fauna acquatica alla mano - la trattazione di tutte le specie ittiche conosciute, compreso il perioftalmo e la torpedine ocellata.
C) La compagnia spontanea, quella che si forma per spirito sociale al di là di vincoli e coercizioni, è di sicuro la più interessante da studiare: priva com'è di connotazioni esclusivamente umane (come il fattore "obbligo") ha una struttura sorprendentemente simile a quella di un branco animale. Le analogie cominciano con la ricerca del cibo (vedi pizzeria, gelateria e pub) continuano con l'istinto di conservazione della specie (pesanti avances alla bellona del gruppo, spesso ricambiate a ceffoni) e culminano nella figura del capobranco o leader.

Il leader è l'elemento più carismatico della compagnia, dotato sovente di una carica umana e comunicativa superiore a quella degli altri elementi: la stessa battuta, detta da lui susciterà risa e consensi, detta da un altro resterà inascoltata e seppellita all'istante da un coro di sbadigli. Per sapere cosa si farà sabato sera bisogna telefonare al capobranco, ammesso e non concesso che la linea sia libera; è tassativamente proibito prendere iniziative in assenza del leader, tanto che - in caso di impedimento forzato del medesimo - non vale neanche la pena uscire di casa. È del tutto inutile proporre alla compagnia una visita a qualche mostra, o un giro in biblioteca, o una retrospettiva su Fritz Lang: il leader imporrà la visione dell'ultimo film dei fratelli Vanzina, e ogni velleità culturale sarà sbriciolata dalle chiappone di Massimo Boldi.

Anche dall'esterno del gruppo il leader è sempre facilmente riconoscibile, così come in un branco di lupi il maschio dominante è sempre quello più grosso e dall'aspetto più fiero. Al ristorante siederà sempre a capotavola, affiancato dalla fidanzata (a destra) e dal fido scudiero, o spalla, a sinistra. A prescindere dal proprio aspetto fisico, il leader avrà sempre la ragazza più carina, simpatica e intelligente del gruppo; egli riesce a scatenare l'ilarità con barzellette orribili, ma mimate in modo ineccepibile, con pause perfette e un discreto uso del dialetto romagnolo. A una sua proposta di brindisi tutti si alzano, levano il bicchiere e bevono "al goccio", anche gli astemi più astemi. Nessuno si permette di interrompere i suoi racconti, anche se spesso spara delle idiozie allucinanti, come quella volta che andò a Bologna in venti minuti, seminò la Stradale, fece trenta chilometri affiancato a una Diablo e non consumò neanche tanto. Caratteristica peculiare del leader è quella di imporre i soprannomi agli altri componenti della compagnia. Per sé tiene quelli più prestigiosi, derivanti dalla versione anglosassone del proprio nome di battesimo: abbiamo così i vari Luke, John, Steve, Mark e via discorrendo. Per gli altri riserva storpiature inaccettabili, oppure accezioni fumettistiche, espressioni dialettali e bisillabi onomatopeici. Non lasciatevi scappare un peto in sua presenza, altrimenti rischierete di essere bollati come "Scurézza" per il resto dei vostri giorni.

Figura di secondo piano, ma sempre presente in ogni compagnia che si rispetti, è quella della "spalla", a cui accennavamo poc'anzi. Per quanto carismatico e creativo, il leader ha bisogno di un partner che gli porga le battute, riempia i vuoti che si vengono a creare quando lui si assenta e faccia da tramite tra le sue decisioni e i comuni mortali. Compito della spalla è ricordare al suo capo l'incipit delle barzellette, memorizzare i numeri di telefono di tutta la compagnia, fare i biglietti al cinema, fare da paciere quando il leader litiga con la morosa. A tavola - importantissimo - il subalterno dovrà mimare leggere pacche sulla schiena del capo per dare il "La" all'esilarante gag del rutto, e dovrà subire di buon grado il rito della mano nel mascarpone (in alternativa al dito nella birra). La spalla è l'unico elemento della compagnia che può permettersi il lusso di contraddire il leader; può ironizzare sulle effettive prestazioni sessuali del medesimo (visto che spesso la ragazza del capo è la sorella del vice), può ricordare ai presenti la sua incipiente calvizie e, se l'affiatamento è totale, lo può interrompere dicendo: "Guarda che quella volta, a Bologna, c'ero anch'io; ci hai messo tre ore, la Stradale ti ha fermato per intralcio al traffico, la gara l'hai fatta contro una Zaz e hai pure perso!".


Dr. Danny Irreparabili.