La compagnia (undicesima parte) - Il burlone

Signori miei, non avete scampo: in ogni compagnia o gruppo che si rispetti ci sarà sempre un burlone pronto a farvi invocare la beata solitudine di un romitaggio sull'Himalaya. Il burlone (Bufo Bufo) è l'animatore comico della banda, spesso utilissimo nelle feste un po' mosce, dove coi suoi lazzi e i suoi travestimenti sa portare allegria e divertimento; non di rado diventa però un'autentica spina nel fianco di chi ha poca voglia di ridere, per via dei suoi scherzi pesantissimi che sollazzano tutti tranne la vittima. Il burlone è anche quello che elabora i tormentoni in uso nella compagnia, ovvero frasi, esclamazioni e insulti spesso riciclati da "Mai dire Goal", come l'ormai universale "Non ci posso credere!!!". È inoltre maestro indiscusso nell'arte di cambiare le parole alle canzoni, riuscendo con facilità e in totale improvvisazione a trasformare dolci melodie d'amore in scabrosi inni a sfondo sessuale. Un esempio? "Passerà" di Aleandro Baldi è una splendida canzone, ma al burlone basta togliere l'accento per farla diventare un capolavoro.

Il terreno di battaglia preferito dal Bufo Bufo è senz'altro la pizzeria della domenica sera, dove riesce a dare il meglio (o, se preferite, il peggio) di sé, specialmente nel corso di compleanni, addii al celibato e convitti goliardici. Solitamente apre il suo repertorio con una raffica di barzellette, prima abbastanza leggere tanto per riscaldare l'ambiente, poi sempre più volgari, per finire con le celebri storielle bucoliche in dialetto stretto, colme di espliciti riferimenti al sesso e a tutte le possibili escrezioni corporali. Poi, dopo avervi leccato la forchetta, immerso le dita nel vino, e essersi soffiato il naso col vostro tovagliolo, passerà senza indugio al pezzo forte del suo show: la hit parade dei rutti. Il Bufo Bufo, solitamente, divide il suo concerto sinfonico in due parti, inframmezzate da semplici esercizi di abilità: trasforma un tovagliolo in un reggiseno, poi strappa il Wonderbra alla vostra morosa e compie l'operazione inversa, fa suonare un bicchiere col dito e, tanto per ridere, vi vuota l'intera bottiglietta di olio piccante sulla pizza. A questo punto può avere inizio la seconda parte del concerto: e l'espressione concentrata del burlone, unitamente al preoccupante sollevamento di un gluteo dalla sedia, indicano che il Maestro ha deciso - ahimè - di cambiare strumento.

La presenza di un Bufo Bufo nella compagnia diventa indispensabile in occasione di un matrimonio: solitamente è lui che si assume la responsabilità delle coreografie e degli scherzi con cui si tormenteranno gli sposini novelli. Il burlone ha sempre un amico pronto a prestargli un'Ape del 1969, adibito al trasporto di letame, da sostituire alla Mercedes d'ordinanza; ruberà alla zia il vecchio vestito da sposa per dare vita alla spassosa gag del sollevamento della veletta con sorpresa; troverà il tempo e il modo di scrivere sulle suole delle scarpe dello sposo il celebre motto "Non voglio ma devo". Senza parlare dei bicchieri d'acqua in casa, dello zucchero nel letto, del dado da brodo nel soffione della doccia e delle centoquaranta sveglie abilmente nascoste nell'alcova dei neosposi, pronte a suonare ogni tre minuti. Ma poiché la massima aspirazione del burlone è esibirsi in pubblico, egli, al pranzo di nozze, si produrrà in una serie di stornelli piccanti a calice alzato, provocando così l'arrossimento generale di almeno tre generazioni di parenti.

E che dire della spiaggia, altro palcoscenico prediletto dal Bufo Bufo? Ai gustosi siparietti come il ribaltamento delle brandine altrui, il furto dei reggiseni e la verticale in un metro d'acqua senza costume si aggiunge il grande classico del gavettone: questo, durante l'estate, in un'escalation seconda solo a quella della Guerra Fredda, passa dal primitivo bicchiere all'obsoleto secchiello, poi al mastello, alla damigiana, all'autobotte. Con cura pressoché maniacale il burlone bada che l'acqua sia il più fredda possibile, che voi siate in fase di piena digestione - in modo da provocarvi una sincope immediata - e che sulla brandina ci siano quanti più oggetti delicati possibile: così potrete dire addio, in modo definitivo e contemporaneo, al walkman, al cellulare, al panino col tonno, alla macchina fotografica e, quel che è peggio, alla copia di "Chiamami Città" ancora profumata di inchiostro.


Danny Irreparabili risponde...
alla simpatica lettera della fan irreparabile Elisa, che sicuramente si riprenderebbe molte parole di elogio se solo mi conoscesse di persona (se non altro per via dell'alito). Mando un saluto calorosissimo e un Low Kick in piena tibia al di lei figlioletto Van Damme, un frugoletto di sei anni che ha demolito la casa con l'aiuto delle arti marziali, e vado tosto a rispondere a questo quesito materno: per un lettura disimpegnata e leggera consiglio tutta la produzione del sommo Stefano Benni, con un cenno particolare a "Il bar sotto il mare" e allo splendido "Baol", editi da Feltrinelli e reperibili anche in versione economica. Questo se vuoi ridere. Se invece ti vuoi sbellicare, continua a leggere i mie articoli e attendi con ansia l'uscita - ormai imminente - dell'antologia irreparabile "L'evoluzione della specie".


Dr. Danny Irreparabili.