La compagnia (tredicesima parte) - Il resto del gruppo

Quelli fino ad oggi analizzati erano i cosiddetti "personaggi chiave" della struttura di ogni compagnia degna di tale nome: dal leader all'escluso, i due estremi della scala gerarchica, passando per il tuttologo, lo sparaballe, la bonazza ed altri ancora, presenze indispensabili per l'equilibrio di un biosistema complesso come il gruppo umano. Nella puntata odierna vi sottoporrò invece una nutrita serie di figure minori, soggetti dall'inferiore peso specifico ma in alcuni casi capaci di gravare enormemente sulle nostre scatole, che vediamo raffigurati in gruppo nella vignetta; alcuni, tra i lettori, si lamentano di varie assenze nel bestiario della Compagnia fin qui sviscerato: per questo vi invito fin d'ora a segnalarmi gli elementi più caratteristici della vostra banda per dar vita, in un prossimo futuro, a una seconda serie dedicata alla Scienza della Compagnia.

A quanti invece mi chiedono che fine abbia fatto quel mollusco antropomorfo di Massimo Riserbo - per chi non lo sapesse, mio assistente, tirapiedi, maggiordomo e colf - prometto un suo ritorno a breve scadenza: in questo momento si trova nelle mie segrete, legato al letto di contenzione, e si sta godendo una vacanza-premio generosamente offerta dal sottoscritto come ringraziamento per la preziosa collaborazione prestata.

Primo personaggio della carrellata: l'asociale.
Il losco individuo nerovestito che vediamo a sinistra nel disegno è il famigerato asociale, croce di ogni compagnia e rappresentante virtuale della medesima, in quanto totalmente negato per ogni tipo di rapporto umano: qualsiasi cena, festa o ritrovo venga organizzato dal gruppo, l'asociale farà carte false pur di non partecipare. Non lo vedrete mai al cinema, perché ha delle emorroidi da elefante che gli impediscono di stare seduto per più di 5 minuti; evita le partite di calcetto perché sostiene di avere la tenuta atletica di un cadavere, rifiuta la discoteca perché la musica alta gli fa male alla testa, si nega alle visioni collettive delle partite di Coppa perché è convinto di portare sfiga. Odia la pizza, la piadina, il pesce, la cucina cinese e quella messicana, tanto che, a detta di molti, la sua dieta si basa esclusivamente sul plancton. Secondo lui le donne sono tutte delle poco di buono (vedi favola della volpe e dell'uva) e gli amici spariscono sempre nel momento del bisogno.

Le due amiche.
Classico e diffusissimo esempio di sottogruppo, il nucleo delle due amiche è formato solitamente da un esemplare femmina carrozzato Pininfarina e un altro modello Apecar. Indissolubilmente legate dai tempi dell'asilo nido, le due ragazze vivono in simbiosi perfetta nonostante le lievi differenze estetiche, frequentano insieme una dozzina di corsi ed escono di casa solamente in coppia. Al pub bevono la stessa cosa, parlano fitto per ore di non si sa che cosa, e ridono in perfetta sincronia coprendosi la bocca con la mano. Solo nel look le due mantengono una certa indipendenza: sexy e provocante una, in perfetta tenuta da contadina ucraina l'altra. La bellona tenta, di quando in quando, di aggiornare il vestiario della compagna con qualche scollatura, una gonna corta o un paio di tacchi alti, ma visti i risultati disastrosi è bene che le cose rimangano come in origine. Raramente le due amiche sono accompagnate da qualche giovanotto: quasi nessuno è disposto a sopportare l'alito della bruttona per aprire all'amico le porte che conducono alla conquista della bonazza; e se anche ciò dovesse ciò dovesse accadere, la profonda gelosia insita nel rapporto simbiotico renderebbe qualsiasi storia poco duratura e, quel che è peggio, priva di momenti di intimità.

Il tecnico.
Ecco finalmente una figura estremamente apprezzata nell'ambito della compagnia ma - ahimè - ormai in via di estinzione. Si tratta del tecnico, vero genio della meccanica, che come cantava Battisti, "con un cacciavite in mano fa miracoli". Il suo habitat naturale è ovviamente il garage di casa, dove possiede un'attrezzatura degna del box Ferrari, e dove accudisce con cura maniacale la propria auto, la propria moto e assai spesso anche quelle degli altri. Se lo sentite dire "vado a casa a fare un lavoretto" dopo un'ora lo potrete trovare col motore sul banco, intento a sostituire tutti i cuscinetti di biella. Se gli portate il vostro Scarabeo normalissimo chiedendo un leggero aumento di prestazioni, dopo un giorno o due il tecnico vi consegnerà un bolide da accelerazione con carrello antiribaltamento e paracadute di frenata. Il Tecnico si rivela utilissimo nelle brevi gite che ogni tanto si organizzano in qualsiasi compagnia: se qualcuno dovesse forare un pneumatico, il Nostro spalancherà orgoglioso il baule dell'auto, dove in perfetto ordine farà bella mostra di sé un'intera officina da gommista, comprensiva di artiglio smontagomme, compressore e banco prova per la convergenza.

L'intellettuale.
Si tratta, nella maggioranza dei casi, di un individuo la cui età è superiore di una decina di anni a quella media del resto della compagnia: elegante e compassato, forbito nel parlare ed estremamente preparato su ogni argomento, ha però gusti che lo fanno diventare la pecora nera del gruppo. Per quanto lui insista, non riuscirà mai a trascinare gli altri a un concerto dei Galliano o degli Incognito, anziché andare a martoriarsi le orecchie in discoteca. A volte prova, sempre con esito negativo, a tessere le lodi di qualche film polacco, ma in perenne minoranza viene sistematicamente costretto alla visone della solita Vanzinata. I musei, per lui luoghi magici pieni di suggestione, sono considerati dagli amici noiose catacombe e perciò scartati senza pietà. Peculiarità dell'intellettuale è quella di sottolineare le proprie affermazioni con motti latini che regolarmente nessuno capisce: così, oltre a dover rinunciare agli amati musei, il poveraccio si vede pure costretto a salire in cattedra per spiegare agli impreparati amici che "Brevi manu" non è il soprannome di una certa Manuela molto piccola di statura, che "Ipse dixit" non è un detersivo e, soprattutto, che "Deus ex machina" non è la Croma usata dal Padreterno.

Lo sportivo.
Passiamo dalla preparazione mentale a quella fisica, e chiudiamo con un personaggio onnipresente: lo sportivo, che, però, ha pochissimo tempo da dedicare alle serate tra amici. Tanto per cominciare, lunedì, mercoledì e venerdì palestra fino alle nove, poi giusto il tempo di mangiare qualche integratore multivitaminico e via di corsa agli allenamenti di calcio. Il martedì tennis fino alle nove e nuoto dalle nove alle undici, il giovedì stessi orari ma per pelota e badminton. L'intero sabato è dedicato alla bicicletta, con la quale compie itinerari che io mi stancherei a fare in automobile: in caso di cattivo tempo non c'è problema, visto che una partitina di basket tra amici si rimedia sempre. Infine la domenica, giorno dello sport per eccellenza, che il Nostro trascorre sui campi di calcio, con la particolarità che in trasferta non va banalmente in auto o in pullman, ma coi pattini. D'estate, quando i campionati sono fermi, la spiaggia offre mille possibilità per non adagiarsi: tra beach volley, windsurf e canoa c'è solo l'imbarazzo della scelta. Lo sportivo non rinuncia completamente alla vita sociale: ad esempio si fa vedere anche a qualche matrimonio, dove segue il corteo correndo e suonando il fischietto invece del clacson...


Dr. Danny Irreparabili.