Dopo aver analizzato nei dettagli aspetto, usi e costumi dei singoli componenti della Compagnia, è finalmente giunto il momento di prendere in considerazione i comportamenti di gruppo, ovvero le abitudini che caratterizzano ogni branco umano a prescindere dall'età, dal numero e dall'estrazione sociale dei suoi membri. E poiché l'unica particolarità che distingue l'uomo dagli animali è l'uso della parola, senza nulla togliere alle bestie che spesso avrebbero da dire cose più intelligenti, ho pensato di dedicare una puntata di questa fortunata serie agli argomenti, ai luoghi comuni e alle imbecillità che costellano i discorsi-tipo dei giovani esseri umani.

Secondo un recente studio del sommo antropologo giapponese Toshiro Badalamenti, sono sufficienti quattro temi-base per dare vita a una conversazione tra due o più uomini: il calcio, le donne, i soldi e le automobili. È interessante notare come, al variare dell'età media degli interlocutori, uno dei temi suddetti tenda a passare in secondo piano, pur senza sparire del tutto: così un gruppo di ventenni d'assalto farà del magico binomio donne & motori il proprio cavallo di battaglia; a trent'anni si ottiene un buon equilibrio generale tra i vari argomenti, con un già visibile regresso al capitolo donne dovuto al testosterone non più abbondante. Dopo un altro decennio si parla quasi esclusivamente di soldi, ma con un occhio alla televisione, dove c'è Juve-Manchester di Champions League, e uno al banco del bar dove c'è una bionda con un fondoschiena da coppa Uefa.

Ancora più avanti con gli anni subentra il tema salute, o meglio della mancanza di essa: un dolorino qui, uno là, quanto costano le medicine, accidenti al ticket, ma tu da quale dottore vai, non ci sono più le stagioni di una volta. Ma il cuore, benché affaticato, sussulta ancora al passaggio di una Ferrari, freme alla visione di un'Harley e, soprattutto, batte all'impazzata in presenza di un paio di belle gambe. E se i soldi non sono poi così importanti come un tempo... ci si può consolare col ricordo incancellabile di Italia-Germania 4 a 3.

Anche le donne non scherzano affatto nelle loro discussioni, almeno quando sanno di non essere ascoltate da invadenti orecchie maschili. I temi ovviamente cambiano, pur mantenendo la stessa schematicità e la medesima ricorrenza di quelli maschili: impera il pettegolezzo, che può essere generico (le misure di Merola, la cellulite della Marini, la sfiga di Stefania di Monaco) o specifico. In questo caso vengono presi di mira elementi della compagnia, ovviamente assenti, ai quali viene eseguita una sorta di autopsia virtuale: la Chicca s'è rifatta il naso, hai visto com'è ingrassata la Jole, Robi sta perdendo tutti i capelli, Danny ce l'ha piccolo, Massimo Riserbo ce l'ha ma non si vede. Prima di sposarsi le donne non fanno altro che parlare di linea e di vestiti, riempiendosi a vicenda di consigli su diete, nuove tecniche di dimagrimento e negozi dove fanno degli sconti esagerati; poi, nell'età degli amori, i consigli cambiano tenore e riguardano le tecniche di seduzione, i pub e le discoteche dove si trova la fauna migliore, e i sotterfugi per troncare storie che non interessano più. Dopo il matrimonio, quando ormai la preda è catturata, sono i figli a farla da padroni nei discorsi tra donne, con il loro corollario di pappe, rigurgiti, pannolini e pediatri; infine, quando gli anni cominciano ad aumentare, si può osservare una singolare riunificazione con gli argomenti dei discorsi maschili: medicine e dottori, ticket e ricette, ma con la mente che viaggia, tra un sospiro e l'altro, a ricordare quant'era bello Clark Gable in "Via col vento".

Quando una compagnia mista (composta cioè di uomini e donne) si trova riunita a chiacchierare, le cose cambiano radicalmente: diventa necessario mettere da parte i temi cari ai due sessi e trovarne altri di interesse comune (sebbene esistano donne ferratissime di calcio e uomini assai propensi al pettegolezzo). Nascono così i classici della conversazione spicciola, quelli per intenderci che vengono costruiti sul presupposto "tanto per parlare", e che tanto per parlare conducono spesso a vere e proprie risse verbali. Il più gettonato fra questi grandi classici è l'annoso problema "Cosa farei se vincessi un miliardo al Totocalcio", tema che può dar modo a ognuno di scatenare le proprie fantasie: c'è chi si spenderebbe il miliardo in viaggi e gozzoviglie, chi invece li investirebbe subito per campare di rendita, chi li darebbe in beneficenza e chi aprirebbe una salumeria. Non mancano gli esistenzialisti che fanno un breve calcolo con lo sguardo assorto e poi ti buttano lì, enumerandoli sulla punta delle dita come fossero noccioline: "Lamborghini Diablo, appartamento, moto, barca, stereo, computer e parabola; totale novecentonovantanovemilioni novecentosettantamila: mi restano anche i soldi per la pizza!". E non mancano neppure gli ingenui che non hanno mai capito quanto sia realmente un miliardo, e tacciono per paura di fare brutta figura.

La compagnia (quattordicesima parte) - Discorsi e monologhi


Restando in tema di aria fritta, non si può menzionare un altro degli argomenti prediletti dai giovani d'oggi: ovvero se sia preferibile il matrimonio o la convivenza, e nel primo caso quale sia l'età giusta per sposarsi. In genere le donne sono le più propense all'idea di mettere su famiglia, mentre gli uomini tentano (spesso senza successo) di prolungare il più possibile il proprio celibato; in ogni caso è pensiero ricorrente che l'uomo debba necessariamente avere qualche anno più della propria compagna, e che sia da evitare ad ogni costo la coabitazione coi suoceri. La casa rappresenta, logicamente, l'ostacolo più grande che si frappone tra il fidanzamento e il matrimonio, per cui il tema mutui-prestiti-finanziamenti rappresenta una buona metà dell'argomento nozze. Vado ora ad elencare un piccolo campionario di frasi fatte che non mancano mai quando si tratta il delicato tema in questione, sperando di semplificarne i contenuti e la vastità:
"Un figlio è poco e due sono troppi".
"Un figlio solo diventa viziato".
"Preferisco pagare due milioni di mutuo per la mia casa che un milione di affitto per la casa di un altro".
"Se c'è l'amore c'è tutto". (Nota: una volta ho provato a pagare l'affitto con un bacio e la padrona di casa mi ha tirato giù due incisivi!).
"Se c'è l'amore bastano trenta metri quadri".
"I soldi non fanno la felicità". (N.d.A.: figuriamoci la miseria!)
"Non mi sposerò finché avrò abbastanza soldi per permettermi la casa!". (Ammirevole, ma sposarsi a 140 anni può creare degli inconvenienti).
"Voglio una cerimonia sobria, con pochi parenti e qualche amico" (Normalmente a questa affermazione fanno seguito sfarzosi convitti con quattrocento invitati, Cadillac diplomatica e torta in marmo di Carrara).

Giuro sulla cuccia di Attila di tornare quanto prima sull'argomento Matrimonio, che per la sua vastità merita senz'altro un'intera puntata dei Grandi Trattati Irreparabili. Per il momento mi limito a porgervi i miei saluti, con l'invito a non perdere il prossimo numero, dove andremo ad analizzare altri discorsi da compagnia, con particolare riferimento a quelli più piccanti: ovvero, quando la vergogna non conosce limiti.


Dr. Danny Irreparabili.