Nella puntata precedente ci siamo soffermati sul curioso fenomeno di
quelle piccole emittenti locali che, a parte qualche notiziario e poche
partite di infima categoria, hanno in palinsesto solo ed esclusivamente
pubblicità. Di giorno si spazia dai coltelli giapponesi agli orologi,
dalle pentole ai vibromassaggiatori, ma dopo la mezzanotte - quando i bambini
si tuffano tra le braccia di Morfeo - lo scenario cambia decisamente:
introdotte dalla scritta "altre forme di pubblicità", ecco arrivare le
casalinghe insaziabili, le studentesse perverse, le dottoresse ninfomani
nonché (de gustibus non disputandum) gli omaccioni nerboruti della
Gay Line che ancheggiano sulle note di "Relax". Così come
la pubblicità ordinaria ha le sue eroine (vedi Wanna Marchi) anche
il genere piccante può contare su almeno tre procaci portabandiera:
metterei al primo posto Selen dal Vivo, seguita a ruota da Jessica Rizzo e
da Barbarella, l'unica donna al mondo che abbia avuto il coraggio di farsi
trapiantare due salvagente al posto delle labbra. Le Nostre, e come loro le
tante dilettanti del settore, hanno l'ingrato compito di convincere gli uomini
soli a versar mezzo stipendio nelle casse delle linee erotiche, impresa davvero
ardua, se si considera che l'altro mezzo stipendio è già stato
speso in giornali e videocassette hard.
La cosa assolutamente fastidiosa di questa kermesse erotica è che sul
più bello, quando cioè la morettona in autoreggenti del quale
sei perdutamente innamorato sta per dire quella cosa che ti piace tanto, la
trasmissione viene interrotta e sullo schermo compare il faccione di Silvano,
specialista nel trapianto di capelli. Niente da dire sulle sue qualità
di tricologo, visto che a riprova dell'efficacia dei suoi trattamenti ostenta
peli su parti del corpo inaudite, ma al contempo tanti saluti alla morettona
e alle sue autoreggenti.
Per loro fortuna, in tempi recenti, i viziosi della notte hanno trovato nuova
linfa vitale in un programmino che propone l'abbonamento annuo (a meno di un
caffè al giorno) a un circuito che potremmo definire di "rapporti
interpersonali particolarmente approfonditi": insomma, tipo un'agenzia
matrimoniale ma con intenti leggermente più spinti. C'è la
videocassetta dove si possono scegliere i soggetti, ci sono gli sconti per
i sex-shop, ci sono i biglietti ridotti per i clubs, c'è addirittura
un aggeggino elettronico che - in teoria - dovrebbe permettere ai soci di
potersi mettere in contatto tra loro anche durante lo shopping. E soprattutto
c'è lei, la Gran Tenutaria di questo Postalmarket dell'eros, la donna
il cui seno contiene più silicone di centomila processori messi insieme,
la maestra di cerimonie delle notti brave dei single italiani, più
dotata della donna bionica, più provocante di Rosy Bindi: è
la Venere Bianca. Avvezza a chiamare i telespettatori "orgasmini",
la nostra signora ultimamente è stata relegata a un ruolo secondario
dall'ingombrante presenza di tale Amedeo, che deve avere la collezione di
papillon in società con Massimo Riserbo, visto che ne sfoggia di
inguardabili. La sua mansione è quella di illustrare il meccanismo
e i vantaggi del club e, per quanto pesante, val bene la pena sopportarlo
perché si sa che prima o poi la Venere Bianca il suo strip tease lo
fa. E come se non bastasse in ogni puntata c'è una debuttante che si
esibisce nella stessa performance: spero che al buon Amedeo non venga in
mente di imitarle, altrimenti l'audience cadrebbe inevitabilmente a zero.
Certi tabù vengono affrontati senza nessun timore anche dagli spot
tradizionali: che dire della ragazza che, nella pubblicità di un
profilattico, dice "Questo è un uomo" e invece mostra un
eunuco? E che ne pensate dell'esercito di spermatozoi che prendono d'assalto
uno swatch come se fosse un ovulo? Che facciano così a fabbricare gli
orologi? Per non parlare della signora in giallo che ha sempre voglia, e alla
quale vorrei suggerire di assumere un autista più giovane e meno fissato
coi cioccolatini. Dieci e lode allo spot che reclamizza una marca di jeans, dove
una tipa niente male esordisce dicendo "voglio un uomo" e termina
mostrando in primissimo piano la parte migliore di sé.
Un altro argomento vietato che recentemente ha fatto la sua comparsa nel
mondo della pubblicità è la morte: ci aveva provato il fotografo
Oliviero Toscani alcuni anni or sono, mostrando su giornali e cartelloni un
cadavere coperto pietosamente da un lenzuolo, e aveva scatenato una polemica
dell'altro mondo (è il caso di dirlo).
Recentemente il macabro tema è stato ripreso in due occasioni, e
anche in questo caso le polemiche si sono sprecate: uno dei due spot,
decisamente più ironico e demenziale, è quello ormai oggetto
di culto, che mostra il vincitore di una lotteria schiacciato da un'automobile
caduta da chissà dove; trovata senz'altro efficace per pubblicizzare
le caramelle, un po' meno le lotterie, ma senz'ombra di dubbio coerente al
pensiero comune di ciò che si augura a chi vince miliardi da chi in
vita sua non ha mai fatto neanche cinquina a tombola.
L'altra pubblicità incriminata vede una ragazza piangere al capezzale di
un giovane che presumibilmente era il suo fidanzato: e poiché - penserà
lei dopo aver visto lo spot della Lavazza - in paradiso si cammina sulle nuvole
che sono morbidissime... Voilà, senza pensarci troppo gli ciula le scarpe.
Ora due sono le questioni che mi pare lecito sollevare:
A) Ma la ragazza, prima di compiere il biasimabile gesto,
ha spazzolato anche l'orologio e la catenina d'oro, o è solo una feticista?
B) Che sia stata questa réclame a introdurre il detto "Guarda
che ti faccio le scarpe!" usato quando si intende minacciare qualcuno?
Ai posteri l'ardua sentenza. Per quanto mi riguarda mi limito a salutarvi,
a rinnovare l'appuntamento per la prossima puntata e a ricordarvi che è
appena uscito il primo volume dell'Antologia Irreparabile, gran dispensa di
risate nonché ottimo come spessore per tavoli e sedie traballanti:
se non l'avete ancora comprato vi faccio le scarpe!
Dr. Danny Irreparabili.