Come ho avuto modo di accennare nella puntata precedente, la televisione,
quale regina dei mass media, è senz'altro lo specchio più fedele
dell'evoluzione dei costumi di un popolo. Così, nel bel mezzo dei grassi
anni ottanta, sotto l'ombra del grande Garofano Craxiano tutto sembrava
a portata di mano e far soldi pareva la cosa più facile del mondo: anche
la nostra TV si era adeguata ai tempi, e in pacchiane confezioni patinate
proponeva quiz dove si parlava di centinaia di milioni come fossero fagioli
e - per riflesso - scoprendo quanti fagioli c'erano in un contenitore
si poteva entrare in possesso di centinaia di milioni. Erano i tempi
di "Pronto Raffaella", il programma che diede alla luce i famigerati
quiz telefonici sopravvissuti fino ad oggi. O almeno fino a quando il
funzionario Baldini è stato sorpreso con le mani nel sacco, confermando
quello che ormai tutti sapevano: e cioè che in Italia, quando c'è qualche
milione da accaparrarsi, c'è sempre qualcuno pronto a fare carte false
per arricchirsi.
Nonostante tutto i quiz telefonici continuano ad avere credito, forse più
per merito del decolleté di Mara Venier che per la loro effettiva efficacia,
ma in questi anni novanta di vacche magre che stiamo vivendo si è imposto
un altro genere di quiz televisivo dove si vedono molti meno soldi e molti più
premi "in natura". È il caso di "Tira e molla", fortunato polpettone condotto
dal logorroico Paolo Bonolis, che ha il suo culmine nella manche finale del
Sì o No. Se qualche lustro fa i quiz si basavano sulla conoscenza enciclopedica
di una materia specifica, questo nuovo genere di gioco ribalta completamente
il concetto: infatti è necessario rispondere Sì o No ad una domanda non ascoltata,
affidandosi in toto alla preparazione del proprio fondoschiena. Anche per la
coppia sconfitta è così possibile tornare a casa con un'automobile nuova
fiammante, una collana o un viaggio in Amazzonia con immersione guidata in
una colonia di Piranha antropofagi; ma basta un sì detto fuori luogo per
scambiare tutti i premi con un grattaschiena a batteria, vanificando così
i lunghi mesi trascorsi ad allenare il proprio deretano.
Persino Mike Bongiorno è arrivato a capire che le Treccani ambulanti
non fanno più audience, e visto che all'occhialuto presentatore
è unicamente quest'ultima la cosa che interessa è stato costretto
a cambiare registro. Così, fin dai tempi di "Bis", via i
domandoni da tesi universitaria e sotto coi giochini facili facili, quelli
che - per intenderci - possono risolvere da casa anche i comuni mortali,
consentendo altresì ai medesimi di non sentirsi degli ignorantoni
ad ogni quesito posto ai concorrenti. Grandissimo è stato il successo
incontrato in questi ultimi anni dalla Ruota della Fortuna grazie alla
semplicità del meccanismo, alle gambe di Paola Barale e Antonella
Elia e, soprattutto, all'ipnotico coinvolgimento popolare generato dalla
frase nascosta nel tabellone. Ovviamente, in mezzo a tante note positive,
non poteva mancare il prezioso contributo di Mike Bongiorno: oltre agli
ormai noti tormentoni, il nostro si è sempre prodigato in garbate
lavate di testa (ingiustificate) alle vallette, in volgari doppi sensi
portati fino all'esasperazione, in offensivi richiami ai concorrenti che
sbagliavano una frase (se maschi) o ammiccanti affermazioni (se femmine).
Un altro gioco televisivo di un genere del tutto particolare è
"Beato fra le donne", presentato tutte le sante estati dall'ormai
onnipresente Bonolis. In questo caso l'intrattenimento televisivo raggiunge
il suo livello più basso, affidando la riuscita del programma alle
esibizioni spesso pietose di un manipolo di presunti Latin Lovers e ai
gridolini insopportabili di un plotone di ruffe ipertruccate che fanno di
tutto per farsi inquadrare dalla telecamera in pose sexy o comunque consone
ai gusti di qualche benevolo regista. Dopo ogni performance i concorrenti
si dispongono sul bordo di una piscina e le "Spintarelle" (vallette
così chiamate in virtù del loro ingrato compito, o forse per il loro
costumino assai succinto) provvedono a gettare in acqua i malcapitati
eliminati dalla votazione tenuta tra le ruffe anzidette. E Dio solo sa
quanto vorrei che a finire in acqua fosse, una volta ogni tanto, chi
inventa certi programmi...
Cari, irreparabili amici, siamo alle porte dell'estate, la stagione in cui
la televisione perde il ruolo di elettrodomestico più amato a favore
del frigorifero: per questo motivo la serie "Cara TV" conoscerà
una sosta, per riprendere il prossimo autunno in tutto il suo fulgore. Io e
Massimo Riserbo abbiamo già in mano i biglietti del prossimo volo per
Bellariva, ridente località del litorale Adriatico, dalla quale
invieremo ogni due settimane un fax contenente il resoconto delle nostre
meritate vacanze. Aloha a tutti!
Dr. Danny Irreparabili.