Turisti per sbaglio (terza parte)

Dopo le mille vicissitudini del viaggio e la faticosa sistemazione dei nostri bagagli nei sei metri quadri della Suite Imperiale della Pensione di Anzianità, fiore all'occhiello della prestigiosa catena Colantuono Hotels, era venuto il momento di prendere possesso della nostra meritatissima fetta di spiaggia, motivo principe della vacanza. Per riuscire ad arrivare al mare ad un'ora decente abbiamo lasciato il nostro alloggio alle quattro del mattino, accompagnati dai canti gioiosi degli uccellini e dai moccoli un po' meno gioiosi del portiere Gennaro, sempre molto restìo a concedere trasgressioni agli orari ufficiali. Al nostro seguito, un pesante rimorchio a propulsione canina contenente tutto il necessario per una perfetta giornata balneare: secchielli di tutte le misure, con e senza merli, palette e badili in quantità sufficiente a spostare il Sahara nel Mediterraneo, formine e stampi per dolci, materassini a due piazze con baldacchino e comodini gonfiabili, canotto con preziose serigrafie di Sailor Moon, orca assassina e un set di antiche biglie con le facce di Bitossi, Dancelli e Boifava.

Per coprire i tre chilometri scarsi del tragitto è servita quasi tutta la mattinata: un po' per il rilevante peso del bagaglio, un po' per la potenza di traino non proprio erculea del nostro chihuahua Attila. Giunti a destinazione e posteggiato il rimorchio in uno spazio altrimenti sufficiente per tre automobili, abbiamo potuto finalmente fare il nostro ingresso trionfale sull'arenile. Massimo Riserbo, che da anni non perde una puntata di Baywatch e conosce a menadito tutte le curve di Pamela Anderson, si è voluto lanciare in una pietosa esibizione pseudo-californiana percorrendo la passerella in perizoma, col walkman in testa e l'abbronzatura in bella vista. Il tutto dimenticando che:
A) Un Juke-Box Würlitzer corredato di cuffia da telegrafista sarà forse un bel pezzo d'antiquariato, ma come walkman non è affatto convincente.
B) Una mozzarella anemica caduta nella farina potrebbe esibire un'abbronzatura molto più intensa di quella così orgogliosamente ostentata da Massimo Riserbo (e, a onor del vero, anche del sottoscritto).
C) Cosa ben più grave delle due precedenti, il perizoma, che renderebbe ridicolo anche un fisico statuario, è in grado di creare un devastante effetto visivo su due corpi molli e bianchicci come i nostri. Specialmente se lo si indossa, erroneamente, con la parte sottile davanti.

Il passo successivo doveva essere, fatalmente, il noleggio delle famigerate brandine; già il nome dello stabilimento balneare che avevamo scelto - Bagno Treblinka - aveva destato in noi una certa preoccupazione, rafforzata dalla vista del filo spinato al posto delle aiuole e dai numerosi dobermann che pattugliavano la zona. Di poco aiuto è stata la disponibilità e la simpatia del titolare, un certo Franz Bayern Leverkusen, di chiara origine romagnola: fra una birra da litro e un rutto, l'omone ha trovato un minuto da dedicarci, mettendoci in mano due brandine scalcagnate e una ricevuta da ottocentomila lire. Poi ha indicato il bagnasciuga, sottolineando il gesto con un poco rassicurante "Schnell!" e una puzza d'ascelle non comune. Il rituale dell'apertura delle brandine ha cagionato danni catastrofici alle falangi e alla nostra già provata psiche: lo scontro titanico tra me e Massimo si è poi concluso a favore del sottoscritto per sei fratture a quattro, prima di riuscire a disporre gli odiati lettini a favore di sole e regolarmente aperti.

Era quasi l'una, l'ora in cui la calura si fa insopportabile e il richiamo dell'acqua è troppo forte per potergli resistere; Massimo, con mia somma sorpresa, si è prodotto nell'unica constatazione intelligente da dodici anni a questa parte, esclamando: "Facciamo una bella cosa, Danny! Andiamo a farci un bagno adesso, altrimenti dopo mangiato dobbiamo aspettare almeno tre ore!" Detto e fatto, dai borsoni sono usciti come per incanto tutti gli ammenicoli gonfiabili che avevamo a disposizione, ma non - come era prevedibile - la pompa necessaria alla loro messa in servizio. Il disperato tentativo di sostituire la pompa con la nostra flebile potenza polmonare si è risolto con il mesto innalzamento della bandiera bianca dopo due braccioli e un salvagente a papera; non potendo godere appieno del nostro apparato da divertimento ho quindi pensato bene di sfruttare il primo approccio col liquido elemento per insegnare a Massimo Riserbo i rudimenti della nobile arte natatoria.

Grazie alla lunga convivenza con Attila, devo ammettere che l'idiota anfibio se la cava discretamente nello stile "cagnolino": dopo aver inutilmente cercato di convincere Massimo che nello stile rana non è necessario urlare "cra" ad ogni bracciata, e che per fare bene il delfino non bisogna chiedere un pesce alla fine di ogni vasca, sono passato all'esercizio-base di ogni corso di acquaticità che si rispetti: il morto. E vi assicuro che quando il deficiente si è puntato alla tempia una pistola scovata chissà dove, mi sono sentito punto da un forcone e istigato da una voce che solo io potevo sentire: "Danny, lascialo fare!"


Dr. Danny Irreparabili.