Nella puntata precedente ci siamo soffermati ad analizzare il popolatissimo
genere dei telefilm polizieschi, i cui protagonisti, dal compassato Colombo
al nervoso Hunter, sono spesso coinvolti in rumorose scene d'azione; in molti
casi, però, per gustarsi sparatorie, inseguimenti e collutazioni non
è indispensabile frugare in commissariati e caserme: basta dare uno
sguardo alla miriade di fiction on the road, paramilitari e paramediche delle
quali vado a riportarvi alcuni esempi:
L'uomo da sei milioni di dollari.
Ovvero l'ex astronauta Steve Austin, che in seguito ad un gravissimo incidente
veniva riparato con una serie di protesi biomeccaniche grazie ai contributi
dell'INAIL. Dotato di una vista mostruosa e di una velocità sovrumana,
veniva utilizzato dal controspionaggio statunitense per missioni ad alto rischio,
dalle quali ritornava sempre vivo ma privo di qualche pezzo. Il colonnello Austin
fu affiancato in seguito dalla versione femminile La donna bionica, la cui
protagonista era reduce da un lancio col paracadute malriuscito; sottoposta
alle amorevoli cure dei dottor Frankenstein d'oltreoceano, era uscita dalla
sala operatoria (o dalla catena di montaggio?) con un bel paio di gambe nuove
e delle orecchie radar in grado di far morire di invidia qualsiasi donna amante
del pettegolezzo. Il produttore dei due telefilm ebbe poi la brillante idea di
far incontrare, innamorare e sposare i due personaggi, protagonisti in seguito
di una dolce luna di miele trascorsa ad oliarsi a vicenda.
Automan.
A cavallo tra l'avventura e la fantascienza, questo originale filmettino vedeva
la presenza di un gagliardo giovanotto virtuale creato da un potentissimo computer;
nato sulla scia del film Tron, il nostro eroe ereditava dal lungometraggio un
discutibile abbigliamento al neon e una macchina in grado di fare curve ad angolo
retto. Automan era costantemente seguito dal fido Cursore, provocava un black out
ogni volta che si materializzava e aveva una certa predisposizione per le indagini
ad alta tecnologia; col grave limite di esaurire le proprie risorse di energia
sempre nel momento meno opportuno, ovvero quando c'era da menare le mani.
Supercar.
In questo caso la creatura ad alto contenuto tecnologico non era un essere
umano, ma una Pontiac Firebird nera vezzosamente battezzata Kitt. Guidata dal
bel Michael Knight (David Hasselhoff) e contraddistinta dai tamarrissimi led
anteriori, poi visti anche su parecchie 127, Kitt era in grado di parlare,
pensare, fare il caffè, raccontare le barzellette e ruttare; sottoposta a
prove massacranti dagli uffici omologazione di tutto il pianeta, la Supermacchina
si è rivelata incapace di una sola cosa: trovare un parcheggio nel centro
di Rimini.
Hazzard.
E sempre in tema di automobili, è d'uopo passare dalla sofisticata
Kitt al rude Generale Lee, protagonista del serial Hazzard insieme agli
inseparabili fratelli Bo e Luke Duke. Ragione di vita principale dei due
eroi era - oltre alle gare di stock cars - ostacolare il padrino locale Boss
Hogg nei suoi piani criminosi, venendo peraltro facilitati nel loro compito
dalla totale inettitudine dello sceriffo Rosco Coltrane. Il Generale Lee, una
Dodge Charger arancione con la bandiera sudista sul tetto e gli sportelli
bloccati, era senz'altro un esempio di robustezza per qualsiasi casa
automobilistica: dopo inseguimenti epici sullo sterrato, dopo guadi e
testacoda, dopo salti che avrebbero disintegrato un canguro, il Generale
tornava regolarmente a casa senza una ammaccatura e - quel che mi faceva
più invidia - con campanatura e convergenze perfette.
Altro che Supercar!
Baywatch.
Cosa c'è in comune tra i serial Bawatch e Supercar? Ma lui, che
diamine, David Husselhoff che, lasciato il ruolo di pilota si è
recentemente infilato nei panni (meglio dire nel costume) del bagninone
di salvataggio più corteggiato della West Coast. Assistito oltretutto
nel suo eroico compito da una schiera di sventolone in rosso, capitanate da
una Pamela Anderson che anche senza salvagente avrebbe pochissimi problemi
di galleggiamento. E peccato che certe bagnine non si vedano anche dalle
nostre parti: aumenterebbero sicuramente le presenze turistiche maschili,
anche se - per contro - si assisterebbe a un incremento di casi di finto
annegamento e richiesta di rianimazione bocca a bocca.
E.R. - Medici in prima linea e M.A.S.H.
Neanche il mondo della sanità è stato ignorato dalla Fiction-Machine che
molto prima dei NAS si è intrufolata in cliniche e ospedali per carpirne
i segreti: il caso più eclatante di telechirurgia è senz'altro il recente
E.R. - Medici in prima linea, dove non si lesina affatto su sangue, fratture
scomposte, traumi cranici e clisteri. Ma forse non tutti ricordano che un bel
po' di anni fa alcuni medici televisivi operavano molto più in prima linea
degli odierni George Clooney e Company: si tratta dei chirurghi da campo di
M.A.S.H., telefilm bellico-sanitario nato sulla scia del successo dell'omonimo
film di Robert Altman. Spediti al fronte durante la guerra di Corea, i Nostri
riuscivano - tra una sbornia e un bombardamento - a salvare centinaia di giovani
vite, nonostante le precarie condizioni di lavoro e a dispetto della situazione
igienica non propriamente ottimale: alla faccia della malasanità e con buona
pace di Rosy Bindi.
Dr. Danny Irreparabili.