Bagno Zero Stella Alpina (terza parte)

Le prime luci dell'alba davano alla spiaggia un aspetto suggestivo e inquietante al tempo stesso, riuscendo persino a rendere solenne la figura di Massimo Riserbo che - mani sui fianchi e ciuffo al vento - rimirava la sua opera: uno stabilimento balneare perfettamente funzionante realizzato in due sole settimane di durissimo lavoro, per giunta con un budget di sedicimila e cinquecento lire, da un ristrettissimo manipolo di due uomini (uno dei quali idiota) e un cane microscopico. Facendo le dovute proporzioni, la piramide di Cheope era stata un giochino da ragazzi.

È vero, alcune magagne avrebbero potuto svelare l'approssimazione del progetto: i sostegni degli ombrelloni piantati in modo casuale, per esempio, ma anche la pedana ad andamento sinusoidale, la casetta montata fuori piombo di sette centimetri e la bandiera rossa ricavata da una logora maglietta del circolo ARCI di Poggio Berni; per non parlare della livrea, realizzata con uno stomachevole abbinamento di viola e marrone distribuito senza parsimonia su ogni superficie verniciabile dello stabilimento, cessi e rubinetti compresi. In ogni caso non ci sarebbe stato tempo per modifiche e aggiustamenti: tutti gli altri bagnini lavoravano già a pieno regime, le condizioni meteo erano promettenti, i soldi scarseggiavano e i creditori incalzavano. Bisognava partire alla grande.

Alle ore dieci di sabato scorso è avvenuto lo storico evento: dopo un incessante via vai di venditori di cocco, extracomunitari, ronde della Capitaneria e ragazzini da battigia che non prendono un lettino neanche sotto tortura, finalmente il primo cliente vero. Parcheggiato il potente mezzo sul marciapiede (da lontano sembrava un'Harley Davidson, ma in realtà era un Garelli ricco di cromature), il giovane centauro si è diretto verso Massimo che lo attendeva letteralmente a braccia aperte, splendido nella sua canottiera bisunta con la scritta BAGNINO fatta a pennarello.
"Aho', a fijo de 'na mignotta", ha gentilmente esordito il giovanotto, "ci ho appuntamento con quelli der Moto Clubbe Forza Biaggi de Torvaianica ar primo bagno de Rimini; ma se so sbajati, perché m'han detto bagno uno, e mò vedo che ce sta pure er bagno zero!"
"Non si preoccupi, mio cortese interlocutore: questo è il primo bagno di Rimini, in tutti i sensi! Si spogli pure che intanto le preparo la brandina!"
Così, mentre l'idiota balneare combatteva una lotta senza quartiere col suo lettino, rimettendoci un buon numero di falangi, il motociclista si toglieva solo casco e jeans, per poi cominciare a spalmare con cura la crema solare su giubbotto e anfibi. Davanti alla mia evidente perplessità, il centauro si è sentito in dovere di fornirmi una pacata spiegazione: "A faccia da culo, che ci hai da guardà? Noi der Moto Clubbe Forza Biaggi il giubbotto non lo levamo mai, nemmeno d'estate! E poi vedi che c'è scritto sulla bottiglietta? Da usare solo su pelli già abbronzate! Più abbronzati de così se muore: so' neri!"

Ercole Bottazzi, questo il nome del nostro primo cliente, sarebbe stato seguito dopo neanche un'ora da una spettacolare mandata di ben quattro persone e un cane. Nella fattispecie la famiglia Carugati al gran completo, capeggiata dall'idraulico Umberto di Cesano Boscone (MI), giunta fino a questi lidi a bordo di una Prinz curiosamente verniciata come il nostro stabilimento. Sarà per questa coincidenza, sarà perché i Carugati hanno trattato sul prezzo fino ad ottenere uno sconto del settanta per cento, fatto sta che la bella famigliola ha affittato un ombrellone, due lettini, una cabina e uno sdraio a rotelle per il nonno Benito fino alla fine di agosto. Unico vero problema il cane Belle, un maremmano femmina di ottantasei chili, che ha subito circoscritto il suo territorio innaffiando tutti i paletti della spiaggia nonché la mia gamba sinistra, minacciata inutilmente da Attila, che potrà pesare sì e no come un orecchio dell'antagonista. Come prima mattina di lavoro non c'era davvero male, ma il Riserbo continuava a passeggiare nervosamente avanti e indietro, col piglio di chi sta rimuginando qualcosa.

Vedendolo così teso, mi sono avvicinato al mio assistente e gli ho rivolto le rinfrancanti parole che solo un vero amico sa trovare in certe occasioni:
"Ma brutto imbecille, cosa c'è che non va adesso? Solo due ore di lavoro e abbiamo già cinque clienti! Cos'è che ti rode?"
"Sai Danny, pensavo a tutti quei racconti sul fascino dei bagnini, sulle avventure estive, sulle conquiste facili... non vedo l'ora che arrivi qualche bella ragazza, vorrei portarla in moscone, farle toccare i miei muscoli possenti, farle vedere la mia collezione di granchi morti. Vorrei vedere come si sta da innamorati, ecco."
Stavo quasi per commuovermi, quando alle nostre spalle si è presentata la soluzione ai problemi di Massimo. Alta, bionda, ben truccata, occhi azzurri e un bikini ridottissimo; sarebbe stata la donna ideale per il mio assistente se non si fosse trattato di Ulriche Offenbach, pluricampionessa di body building IFBB, un metro e novantadue per centocinque chili in off season, famosa anche con il soprannome di Panzergrenadieren per la facilità con la quale può stritolare qualsiasi uomo durante l'amplesso. Per quattro interminabili minuti i due si sono guardati senza proferire parola, inebetiti dalla reciproca, sublime visione; poi Massimo ha rotto il ghiaccio a modo suo, cioè con una gaffe:
"Tu froilain folere ein brandina? Ja subito pronta bitte seguire me Bayern Leverkusen Borussia Dortmund Oliver Bierhoff!"
"Che simpatico! Non ti preoccupare, con me puoi parlare tranquillamente in italiano: a furia di gareggiare in mezzo mondo ho dovuto imparare un sacco di lingue. Io mi chiamo Ulriche, ma tu puoi chiamarmi Uli!"
"Pia... piacere! Io sono Massimo, ma tu puoi chiamarmi Massimino! Brandina subito pronta seguire me bitte Sachsenring Oktoberfest!"

Verso le cinque dello stesso pomeriggio, vedendo la noia aleggiare nell'aria, Massimo ha pensato bene di dare il via alle attività ludiche del bagno Zero col primo torneo di Beach Volley Stella Alpina. Dopo aver sottratto una rete ai pescatori nel vicino porto canale, due tubi innocenti alle palafitte del Belvedere e un pallone fortuitamente finito in strada dal campo del bagno Uno, Massimo è passato ai sorteggi per formare le squadre, contro la volontà di tutti i presenti, stanchi per il viaggio e piegati in due a causa dell'infossamento dei teli delle brandine. Dopo una ventina di civette sul comò le formazioni risultavano così composte:

Fortitudo Bagno Zero: Massimo (anzi, Massimino) Riserbo, capitano e alzatore di ruolo. Benito Carugati di anni ottanta, schiacciatore. Ulriche Offenbach come straniera con contratto di dodici ore a parametro zero.

Virtus Stella Alpina: Ercole Bottazzi in ricezione ed eventuale ricettazione, Umberto Carugati da Cesano Boscone centromediano metodista e il figlio Gei Ar a completare i ranghi, forte dei suoi centoquaranta chili di peso, dei quali neanche la millesima parte destinati al cervello.

Arbitro e giudice di sedia Danny Irreparabili; ai rifornimenti idrici la gentile signora Emma Carugati; giudici di linea Attila e Belle. La partita ha avuto il suo epilogo verso mezzanotte e un quarto, quando al Tie Break del quinto e decisivo set Benito Carugati ha perso la dentiera in mezzo alla sabbia nel tentativo di andare a muro su una poderosa schiacciata del nipote Gei Ar: dopo aver assegnato il titolo alla Fortitudo a tavolino, per la precisione con una gara di rutti dove Ulriche si è dimostrata una fuoriclasse, la nottata è stata dedicata, setaccio alla mano, alla ricerca della dentatura del vegliardo. L'unico assente era proprio Massimo, che si era barricato nella casetta con preoccupanti intenti culinari, ed aveva iniziato ad armeggiare con piatti e pentoloni: ma questa è un'altra storia, e ne parliamo nella prossima puntata.

Saluti dal bagno Stella Alpina.


Dr. Danny Irreparabili.